Andrea Mantegna
(1431-1506)
Andrea Mantegna Isola di Carturo, Padova, 1431-Mantova 1506 Andrea Mantegna nasce a Isola di Arturo, una località appartenente nel XV secolo al distretto di Vicenza, a nord di Padova. In giovanissima età abbandona la casa del padre, un carpentiere e falegname, per seguire il fratello Tommaso nella città di Padova, dove inizia il suo percorso di apprendistato nella bottega del celebre artista Francesco Squarcione.
Negli anni della prima gioventù reinterpreta la cultura prospettica e antiquaria della Padova umanista degli anni Quaranta del Quattrocento, permeata dall’influenza delle opere di Donatello (Niccolò di Betto Bardi) e nei primi anni Cinquanta (1450-1451), appena diciassettenne, si cimenta nella prestigiosa impresa degli affreschi della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani, affermandosi nell’ambiente artistico padovano.
Nel 1453 si sposa con Nicolosia, figlia di Jacopo Bellini, capo bottega della famiglia di pittori più influente di Venezia e padre dei ben noti Gentile e Giovanni Bellini.
Un momento di importanza decisiva nella carriera artistica di Mantegna e dello sviluppo dell’arte veneta e nord italiana è l’impegno che si prese dal gennaio 1457 ( impresa che lo impegnerà fino alla fine del settimo decennio) con Gregorio Correr, abate commendatario del monastero benedettino di S. Zeno a Verona. La pala di san Zeno è il simbolo rivoluzionario dell’evoluzione della pala d’altare moderna a spazio unificato, nella quale Mantegna mantiene lo schema del polittico, adottando però un gusto classicheggiante nell’architettura e sfruttando la presenza delle colonne lignee per creare illusionisticamente una connessione tra spazio reale e spazio dipinto.
Agli inizi del 1459 Mantegna è presente alla corte mantovana dei Gonzaga, per i quali inizia il grandioso progetto, avviato nell’aprile del 1465, nella camera della torre nord orientale del castello di San Giorgio, oggi nota come Camera picta o Camera degli sposi.
Artista poliedrico e sperimentatore, la sua attività artistica si espande anche all’arte incisoria, di cui anche Vasari parla nelle Vite, ed è attestato dal 1475 come fornitore di modelli grafici per l’orafo Gian Marco Cavalli.
L’opera Baccanale con Sileno (1480 circa), esemplare di incisione a bulino e puntasecca, conservata a Palazzo Maffei Casa Museo, raffigura il baccanale del vecchio ed ebbro Sileno, divinità greca della vinificazione, attorniato da fauni, umani e musicisti.
L’interesse antiquario e mitologico del Mantegna si manifesta in questa traduzione incisoria nella quale l’attenzione dell’artista ricade principalmente non tanto sul significato allegorico dell’eccesso e della perdizione del Baccanale e della figura di Sileno, ma è più una volontà di misurarsi, in maniera virtuosistica, con la statuaria antica.
L’opera in questione è sicuramente una delle più note e famose tra le traduzioni incisorie del Mantegna e sin dai secoli XVI e XVII divenne oggetto di studio di autori come Dürer e Rubens.
Mantegna muore a Mantova il 13 settembre 1506.