Antonio Canova

(1757-1822)

Antonio Canova nacque a Possagno (Treviso) il 1° novembre 1757. Rimasto orfano di padre ed essendosi risposata la madre, Antonio venne cresciuto dal nonno paterno, un valente scalpellino che presto si accorse del precoce talento del nipote. Trasferitosi a Venezia per affinare la tecnica, Canova esordì ufficialmente nel 1776 quando presentò al pubblico veneziano la coppia scultorea di Orfeo ed Euridice (oggi al Museo Correr). 

A partire dall’anno successivo, lo scultore aprì uno studio tutto suo in S. Maurizio e con i guadagni delle prime importanti commissioni nel 1779 poté recarsi a Roma per perfezionare la sua arte. Nell’Urbe Canova trovò una fonte di inesauribile ispirazione ed è per questo che decise di rimanerci stabilmente, compiendo bensì numerosi viaggi in Italia e in Europa.

Nel frattempo la sua arte, capace di idealizzare i modelli del mondo antico, lo rese famoso in tutta Europa come esponente di spicco del Neoclassicismo e le commissioni arrivavano numerose da tutte le parti; anche Napoleone Bonaparte, la cui discesa in Italia aveva sancito nel 1797 la fine della Repubblica di Venezia, nel 1803 lo invitò a Parigi per farsi ritrarre. Canova, partito con riluttanza, eseguì per il Musée Napoléon il colossale Napoleone come Marte pacificatore e numerose altre opere per il nuovo Imperatore e per il suo entourage, tanto da guadagnarsi il titolo di artista ufficiale del regime. Con il crollo dell’Impero di Napoleone nel 1815, Canova venne inviato a Parigi per conto di papa Pio VII in qualità di ispettore generale delle antichità e delle arti con lo scopo di recuperare i tesori d’arte trafugati dall’Italia e confluiti al Louvre nel corso delle spoliazioni napoleoniche: 249 opere (tra cui il gruppo scultoreo del Laocoonte, e l’Apollo del Belvedere) vennero imballate e ritornarono alle loro originarie collocazioni in Italia. 

Canova morì a Venezia il 13 ottobre 1822. Il suo corpo venne sepolto nel tempio di Possagno da lui stesso disegnato, mentre invece il suo cuore è conservato all’interno del monumento funebre realizzato dagli allievi in suo onore nella Basilica dei Frari di Venezia.  

Tra le opere più celebri di Antonio Canova ricordiamo anche Le tre Grazie, Amore e Psiche, Teseo e il minotauro, Paolina Bonaparte come Venere Vincitrice.